La Russia è da anni un mercato chiave e ancora ricco di potenzialità per l’industria vinicola italiana. L’edizione 2021 di wine2wine Business Forum ha esplorato e offerto uno spaccato del mercato russo avanzando la discussione su questo tema: oltre ad una panoramica del mercato, sono stati affrontati nei mesi scorsi due temi moderni e innovativi. Ora però la guerra in Ucraina cambia decisamente tutto per i produttori di vino italiani.
La crescita del mercato russo per il vino
Questi focus derivano dalla crescita significativa del mercato russo del vino. A partire dal 2015, gli ultimi cinque anni hanno visto il paese scalare 23 posizioni tra i mercati più attraenti del mondo per le esportazioni di vino, posizionandosi alla posizione 10. La tendenza a lungo termine mostra che i volumi di vino consumati, sia russi che importati dall’estero, sono passati da poco più di 60.000 casse nel 2015 a quasi 100.000 nel 2019, ad un prezzo medio di 3,90 dollari a bottiglia. Anche il consumo pro capite è cresciuto del + 14,7% tra il 2015 e il 2019 e del + 18,3% tra il 2018 e il 2019.
La quota di vino che arriva sul mercato russo dall’estero rappresenta il 29% del totale, e l’Italia spicca tra i maggiori paesi esportatori: per tutto il primo semestre del 2020 è stata leader tra i paesi fornitori della Russia, con 101, 7 milioni di euro di fatturato export e una quota di mercato del 27,27%. Il successo descritto dai numeri dell’export si riflette anche nel consolidamento dell’Italia come marchio tra i consumatori russi. Il vino italiano è infatti apprezzato perché proposto in un assortimento estremamente vario e di alta qualità, ma anche, e soprattutto, come espressione – come per la gastronomia e la moda – dell’iconico stile italiano, percepito come sinonimo di eleganza, gusto e raffinatezza.
In particolare, il Prosecco si guadagna un posto significativo tra le preferenze dei consumatori russi. Per questo vino, non solo stanno crescendo gli acquisti, ma anche il suo riconoscimento tra gli altri prodotti italiani e la curiosità per le sue caratteristiche e la sua storia è in aumento. Le importazioni dall’Italia stanno quindi trainando i volumi dello spumante in Russia, mostrando una crescita del + 12% tra il 2015 e il 2019 e del + 20% tra il 2018 e il 2019, con una quota di mercato che registra picchi del 60,13%.
Non dimentichiamo però che, come detto in precedenza, il mercato russo è ancora dominato dai vini di produzione locale: se la quota rappresentata dai vini importati dall’estero è del 29%, il 71% rimane da esplorare. Questo, unito al crescente consenso verso i vini di produzione italiana, rappresenta un notevole potenziale di crescita, tema al quale diversi relatori del wine2wine Business Forum dedicano un attento studio.
Vino italiano in Russia: tra nuovi target, guerra in Ucraina e Covid
Nuovi target e nuove modalità di consumo richiedono nuove strategie. Motivati dall’interesse di raggiungere e includere questa porzione di popolazione più giovane in modo più efficace, vari professionisti dell’industria del vino hanno deciso di sperimentare diverse tecniche di promozione e comunicazione nel mercato russo. Tra queste, è rilevante menzionare la pratica dell’influencer marketing. Citiamo come esempio l’iniziativa che il Consorzio Vino Chianti ha attuato lo scorso aprile: a causa delle difficoltà negli spostamenti fisici durante la pandemia, il Consorzio ha deciso di promuoversi sul mercato russo selezionando 10 influencer che godono di un’alta reputazione e di una credibilità incisiva in quell’area, raggiungendo un pubblico complessivo di circa 1,3 milioni di follower e oltre 3 milioni di spettatori. Il risultato: il primo trimestre del 2021 per il Consorzio Vino Chianti si è chiuso con una crescita delle vendite del + 4% (che equivale a circa un milione di bottiglie) rispetto allo stesso periodo del 2020. Un risultato interessante, soprattutto se si considera che è addirittura migliore del primo trimestre del 2019, epoca pre-Covid.
Guerra in Ucraina: l’avvertimento ai produttori di vino italiani
Paolo Castelletti, segretario generale della Uiv, ha spiegato nei giorni scorsi che con la guerra in Ucraina ci troviamo a rinunciare a una “piazza strategica per l’Italia”, primo Paese fornitore di vino in Russia, “proprio in una fase di forte risalita degli ordini”.
In attesa di avere nuove informazioni sul fermo totale delle esportazioni, il consiglio rivolto ai produttori italiani è quello di posticipare le consegne verso la Russia, o effettuarle solo dopo aver ricevuto “adeguate garanzie sui pagamenti”.