Lo status symbol del Made in Italy – Vino Italiano: tra esportazioni e mercato cinese
Il valore delle esportazioni di vino italiano ha raggiunto i 7,1 miliardi di euro, con una crescita del +12% nel 2020. La guerra in Ucraina sta ora minacciando questo trend di vendite.
Le esportazioni di vino italiano hanno raggiunto il massimo storico nel 2021, con una crescita del +12% in valore grazie alla riapertura dei ristoranti di tutto il mondo dopo i mesi difficili caratterizzati dalla chiusura per pandemia. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat in occasione dell’edizione 2022 di Vinitaly, la principale fiera mondiale dedicata al vino che si è svolta come sempre a Verona.
Lo scorso anno le esportazioni di vino italiano hanno raggiunto un valore di 7,1 miliardi di euro, anche se questo record è ora messo a rischio dagli effetti della guerra in Ucraina: sanzioni, blocchi, tensioni commerciali e aumento dei costi di produzione. La guerra sta mettendo a rischio anche quasi 150 milioni di euro di esportazioni di vino italiano in Russia. Lo scorso anno è stato raggiunto il record storico in quel Paese, con una crescita del +18% rispetto al 2020 (fonte: Coldiretti su dati Istat).
Il mercato cinese è fortemente legato a elementi in grado di trasmettere prestigio, posizione sociale privilegiata e ricchezza. Il marchio “Made in Italy” è sinonimo di alta qualità ed è una risposta naturale per le persone desiderare questi prodotti e parlare di marchi italiani. Lo dimostra la presenza di tutti i principali marchi italiani del lusso in ognuna delle principali città cinesi. Pur essendo entrato nell’equazione più di recente, il vino italiano in Cina gode oggi della stessa aura di stile e superiorità degli altri mercati.
La Cina sta attraversando un momento di profondo cambiamento socio-culturale. Tra l’altro, si sta gradualmente affermando una percezione del vino che va oltre il fascino e il prestigio. I consumatori iniziano ad apprezzare il piacere del vino a tavola, sia nelle occasioni di festa che a casa. I palati cinesi si stanno gradualmente abituando a sfumature di gusto più occidentali, aprendosi alla sperimentazione e all’apprezzamento della diversità. La promozione del vino italiano in Cina deve quindi puntare a magnificare questa nuova sensibilità, comunicando il valore del prodotto anche al di là della reputazione del marchio.
Il volume delle esportazioni è cresciuto negli ultimi anni, poiché le aziende vinicole italiane vedono profonde opportunità nel mercato asiatico. In Cina, le esportazioni hanno raggiunto il massimo storico nel 2017, per un valore di 161 milioni di dollari. Il boom è attribuito alla maturazione del gusto dei bevitori di vino cinesi, che sono diventati più esperti e sofisticati nelle loro scelte.
I vini italiani più richiesti dal mercato cinese
Valpolicella e Amarone sono i vini più popolari tra i consumatori ad alto reddito di Shanghai e Pechino. Nel frattempo, Aglianico, Barolo, Brunello e Chianti si trovano con una certa facilità in Cina. Anche il Prosecco frizzante e il Moscato d’Asti sono ampiamente disponibili, anche nelle città di basso livello.
I vini dell’Italia meridionale come il Primitivo e il Nero d’Avola, noti per il loro buon rapporto qualità-prezzo, stanno aumentando la loro popolarità tra i giovani cinesi. Anche i vini bianchi italiani come il Pecorino e il Soave hanno un forte seguito. I bevitori cinesi amano il loro sapore leggero e frizzante e il loro prezzo più conveniente. I vini italiani sono anche abbastanza vari da poter essere abbinati a diverse cucine cinesi.
Con l’aiuto dei suoi vini di alta qualità e a prezzi accessibili, il vino italiano in Cina è riuscito a crescere progressivamente. Le vendite di vino italiano sono cresciute grazie all’apertura dei consumatori cinesi verso gusti alternativi. Con la continua maturazione del mercato vinicolo cinese, i produttori e i rivenditori di vino italiano sono convinti che presto il vino italiano prenderà il suo posto accanto alle altre annate tradizionali.
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