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I dieci migliori vini bianchi italiani (secondo gli americani)

AL 10 POSTO TROVIAMO: GARGANEGA

La Garganega è una delle più antiche e importanti varietà di uva in Italia. È piantata in diverse regioni, ma il suo primo posto è in Veneto, dove è usata nella produzione del Gambellara DOC e dei famosi vini Soave, sia nella denominazione DOC che nel Soave Classico DOCG.

AL NONO POSTO TROVIAMO: PASSERINA

La Passerina è un vitigno bianco italiano che oggi è associato principalmente alle Marche. Anche se può essere usata in vari stili, è ora principalmente usata nella produzione di vini bianchi secchi. La Passerina è inclusa in diverse denominazioni regionali, e una versione varietale fa parte dell’Offida DOCG.

ALL’OTTAVO POSTO TROVIAMO: ARNEIS

L’Arneis è un vitigno autoctono del Piemonte che dà i migliori risultati nel Roero, dove viene usato nella produzione del famoso Roero Arneis DOCG. La sua origine esatta non è nota, ma si presume che sia stato coltivato nella zona fin dall’epoca romana.

Tra le due guerre mondiali era sull’orlo dell’estinzione, ma negli anni ’60 è stato reintrodotto nella regione come varietà che ha un eccellente potenziale per produrre vini secchi raffinati e di grande carattere. L’uva è utilizzata anche nella produzione di vini da dessert e spumanti.

AL SETTIMO POSTO TROVIAMO: LA FALANGHINA

La Falanghina è un antico vitigno bianco italiano associato e coltivato soprattutto in Campania. Per molto tempo, non si sapeva che il nome era usato per due sottovarietà distinte: Falanghina Beneventana e la più conosciuta Falanghina Flegrea.

Entrambe le uve sono utilizzate in diverse denominazioni regionali, e la distinzione non è stata ancora riconosciuta ufficialmente. Le uve condividono caratteristiche simili e producono per lo più vini di colore paglierino con note fruttate e floreali. Hanno spesso un carattere minerale e a volte accenni di frutta tropicale.

AL SESTO POSTO TROVIAMO: L’INZOLINA

L’Inzolia è un vitigno italiano associato principalmente alla Sicilia, sebbene piccole quantità si trovino anche in Toscana (Ansonica Bianca). L’uva era meglio conosciuta per il suo uso nel vino Marsala, ma ora è spesso miscelata con il locale Catarratto, e può anche produrre varietali di buona qualità.

I vini prodotti dall’Inzolia sono di colore paglierino, floreali, e di solito hanno un distinto carattere di nocciola. L’aroma ricorda tipicamente la mimosa, le albicocche, le pesche e gli agrumi. I vini sono morbidi e rotondi, con un’acidità da bassa a media e un sottile finale minerale.

AL QUINTO POSTO TROVIAMO: IL FRIULANO

Friulano è un nome italiano per la varietà Sauvignonasse che ha avuto origine nel sud-ovest della Francia, dove non è mai stata ampiamente coltivata. L’uva è raramente vista fuori dall’Italia ed è considerata come una delle uve simbolo del Friuli-Venezia Giulia.

Piccole quantità si trovano in Cile (Sauvignon Vert) e in Slovenia (Zeleni Sauvignon). I vini Friulano possono essere abbastanza versatili e vanno da esempi leggeri e corposi a esempi più complessi. I vini hanno solitamente aromi di mela, pera, pesca e mandorla. Le versioni giovani hanno tipicamente un carattere minerale.

AL QUARTO POSTO TROVIAMO: IL CATARRATTO

Il catarratto è un’antica e poco conosciuta uva bianca siciliana. In passato, era usato principalmente per vini insipidi e poco incisivi, ma alcuni produttori hanno dimostrato che un approccio migliore può portare a eccellenti vini bianchi con un carattere fresco e minerale.

L’uva è abbondante in Sicilia, ed è principalmente usata nella Sicilia DOC. Quest’uva ad alta resa produce vino con un buon corpo e un aroma fruttato e floreale, che spesso ricorda gli agrumi, le albicocche, il gelsomino e i fiori d’arancio, insieme ad alcune note tropicali ed erbacee.

AL TERZO POSTO: IL VERDICCHIO
Il Verdicchio è un vitigno italiano che è principalmente associato alle Marche. È un’uva versatile usata in varietà e miscele, e può produrre vini leggeri e rinfrescanti così come esempi più complessi. I vini Verdicchio sono di solito ad alta acidità con note distintive di agrumi, mela, pesca e note floreali che sono tipicamente accompagnate da aromi di mandorla piacevolmente amari, che possono svilupparsi in espressioni più dolci simili al marzapane quando il vino invecchia.

AL SECONDO POSTO: IL FIANO

Coltivato principalmente in Campania, il Fiano è un’antica varietà italiana che ha visto una significativa rinascita a partire dagli anni ’80. Quest’uva a bassa resa e a maturazione precoce è lodata per la sua capacità di produrre vini freschi e aromatici con molto carattere e note erbacee e fruttate.

Questi vini sono tipicamente di medio corpo e dal sapore intenso. I vini Fiano giovani spesso mostrano note aromatiche di miele, e invecchiando tendono a sviluppare note affumicate e speziate dominate dalla nocciola. Gli aromi sono perfettamente bilanciati da un’acidità brillante.

AL PRIMO POSTO: SOAVE

Il Soave è un vino italiano che proviene dall’omonima regione vinicola, che si trova a est di Verona. È fatto prevalentemente con uve Garganega, e occasionalmente piccole quantità di Trebbiano di Soave, Chardonnay, o altre varietà. Il Soave viene con diverse denominazioni di qualità, incluso il Classico, che può essere prodotto solo nei vigneti designati della collina di Soave.

I dieci migliori vini bianchi italiani (secondo gli americani)
I dieci migliori vini bianchi italiani (secondo gli americani)

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